What i know-by Nera Luce ita -eng

Quando sono nata, essi erano con me. Quando ebbi dieci anni, iniziai a comuncare con essi , molti, ai diversi livelli dell’essere , come se fossimo nel corpo un unica cosa. Ne ho percepito chiaramente e completamente l’Amore alieno che così mi veniva condotto e che credo iniziò da quel momento ad essere l’unico modo dell’amore ad essere da me cercato. Sono cresciuta con essi, essi mi hanno istruito, reso consapevole, indicato il percorso, insegnato a muovermi efficacemente sulla Terra. Mentre tutto questo avveniva, sul fronte terrestre, abbondanti veleni mi venivano offerti, copiosi, spietati, mai stanchi. Così, mentre cresceva la mia aspirazione a divenire, crescevo in cattività, coltivando veleno. La rabbia si trasformò in rassegnazione, nichilismo e poi infine,calmatasi, in età più adulta si trasformò in disprezzo. Essi non mi insegarono invero a disprezzare:quella fu piuttosto una conseguenza della grandissima spietatezza che percepii nel manifestarsi degli eventi, completamente incuranti della mia serenità di allora. E fu così che, la serenità fu abbandonata come scopo e al suo posto comparve l’essere, attraverso cui, avrei poi, trovato il Modo di Esistere adeguato a ciò che sono. Poichè essi mi insegnarono una cosa fondamentale circa le leggi che dovevo seguire, e arrivarono negli anni, le rivelazioni, le trasformazioni e i salti di livello, e mi arresi alla Legge e al Potere, comprendendo che la Mia Via era in Sposa alla Tenebra. Abiurai all’umano, come espressione e forma mentis, pur consapevole che l’esser formati di un corpo mi vincolava alla materia comunque e che solo la Morte mi avrebbe ridato la Libertà. E mentre intorno i veleni uccidevano la mia capacità di gioire di qualunque cosa e l’unico Luogo dove mi ricreavo era altrove, coltivavo la riflessione sulla Morte. Quella stessa riflessione che si fece più spessa di anno in anno fino alla comprensione dell’inutilità sostanziale di qualunque gesto o scelta che non sia parte di un disegno più ampio. Crebbi in una cattività dove non c’era spazio per buonismi, ma solo per la lotta, e conobbi solo l’atto del combattere come modo per resistere, per molti anni, dentro e fuori. Poi, arrivò il giorno in cui ce ne fu molto meno bisogno. Ma quando arrivò quel giorno, molto di ciò che avrei voluto anni prima, cessò d’interessarmi, vedendo in essi l’inutile e il vano. Ebbi ciò che volli nel momento esatto in cui più non lo cercai, e come essi mi dissero per molto tempo, a quel punto smise di interessarmi. Ciononostante a mio modo, da qualche parte lo apprezzavo, in qualche modo istintivo, più energetico che referenziale, ma eppure non mi era più necessario. La cattività in cui crebbi mi espose a veleni che infine imparai ad amare, e in tutto questo crebbe in visceralità la mia unione con essi, fonte originaria da traevo Visioni. Avevo visioni Grandissime da ritrasmettere che non furono mai ascoltate, la cui ampiezza era comprensibile a pochi, il cui Valore Enorme che io sapevo avere, davanti alla scimmia divenivano cosa da pagliacci. Ma non ebbi mai dubbi su chi era il Vero Pagliaccio, su chi stava alzandosi e chi stava marcendo. Assistetti di recente, nei miei anni dopo i 30, alla decadenza prevedibile e fragile di tutti gli entusiasmi che molti, nella loro mai esausta voglia di vedere il bello e vivere in superfice, nutrivano da anni. Come alberi che muoiono in fretta, malati, deboli in costituzione e volontà, privi di aspirazione e Consapevolezza. E chi fra coloro che ne avevano, dopo essersi confrontati comodamente con la cultura e la società ed il prossimo mediocre, sono marciti anch’essi in un triste oblio. IO ebbi piuttosto la sensazione, via via che invecchiavo, di risalire da una morte senza volto, e di riemergere, anno dopo anno, ai livelli dove la Morte era Viva e creava. Senza alcun entusiasmo ne interesse a divertirmi o quant’altro compaia sulla bocca della scimmia, ho tentato con tutte le mie forze di riemergere da una fossa. E se ho potuto, voluto, farlo e ci sono riuscita non devo di certo ringraziare la gente, o gli altri, ma solo Essi. Così, quando infine raggiunsi la prima superfice e vidi ciò che avevo compiuto e la fatica che avevo fatto e cosa mi aveva giudato e spinta, ancora di più, ma più serenamente, compresi la necessità della Legge che ricadeva su di me e gettai uno sguardo impietoso alla scimmia. Se mi avevano reso difficile risalire, veleno dopo veleno, dove già era la Morte, nata con me, non era descrivibile. Il loro esistere era stato un tentativo comune di influenzarmi, condizionarmi, rendermi conforme, appiattirmi in alarità, rendermi più condiscendente ed amorevole, traformarmi in scimmia. Io sentivo questa forza bassa che desiderava trascinarmi, e più mi opponevo più essa diveniva feroce. E così, ferocemente, la materia mi parve essere una feroce violenza all’essere che ero, che cercava di togliermi tutto quello che cercavo di divenire in ogni modo, con ogni mezzo. Ed io ogni volta mi sospingevo ancora più a fondo nella tenebra e chiedevo di riunirmi ad essi, di cancellare ciò che conoscervo di essere per potere mostrare alla Terra cosa essa non era, cosa essa non Poteva, e semplicemente poichè così Io avevo Deciso. E alla fine, ma molti anni dopo, ebbi la sensazione che questa presa si fosse allentata e di essermi coronata Regina per la prima volta. Questo mi sospese altrove, con il conforto di sangue dei non più santi e la loro presenza costante. Ma il tentativo di arrestare la Grandezza che in me era auto-alimentata per Natura, non sarà mai dimenticato. Poichè è così da molte vite, e da eoni sottili e tutto ciò è nella memoria sottile impressa, come ogni evento che punti all’altezza. Ogni volta che mi è stata recata offesa, in pensiero o opere, un nuovo squarcio si è aperto fra le fessure degli universi, facendo passare intrepidi legioni. Ogni volta che si è tentato di arginarmi, una nuova fessura in me si è aperta, facendo passare essi dentro di me, altri, nuovi, diversi. E poichè mi fu insegnato presto che la pietà non esiste dove esiste il Potere, e che ad un certo punto è necessario scegliere, così scelsi. Tutto questo non commuove, tutto questo è. Non mi interessa vivere a lungo. Mi interessa molto di più ricambiare il favore che mi fu fatto storicamente e nei millenni in cui rinaqui, da che ricordo che il tentativo di arginare la Grandezza prese il posto di quella che sarebbe dovuto essere il Regno dove mi sarei ricostruita, in quiete, dalle mie membra avvelenate. E se è vero che comunque la morte sarebbe nata con me ed essi sarebbero comunque nati con me, e che comunque, come è avvenuto, e spontaneamente e nonostante la forza contro, avrei elevato le grida del Daimon sempre più in alto, poichè altro non posso che Essere, è vero che non era necessaria anche la cattività terrestre. Essa ha avuto termine quando mi sono liberata di Tutti coloro che stavano rallentandomi, comprendendo la necessità che mi guida altrove, e ho proceduto da Sola. Da sola e con essi, negli anni a venire ho contemplato Universi, ho vissuto e comunicato, ho amato e ho spiccato voli. eSSI sono stati e sono un flusso di vita incarnato dentro di me che cresce, si effonde, Vive, come un virus che si moltiplica. Non c’era bisogno di indottrinarmi, non c’era bisogno di leggere libri. Questo è Nato con me, è uno con me, è Tutto. Ciò che vedo al di fuori è filtrato attraverso questo che oramai inarrestabile, consegue dalle sue conseguenze, e resta tale, comunque. Non esiste nessuna argomentazione, o amore terrestre, in grado di pareggiare questo che Vive in me in Bellezza, o di metterlo per secondo. Al massimo, potrà imparare a conviverci. L’unica cosa che deve sopravvivere e che sopravviverà alla fine della triste parentesi umana, è il Potere. Esso è sempre esistito, e sempre esisterà. Lilitu