Recensione- Puttane Il seme del Male

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Puttane Il seme del Male di Lilith è un nuovo modo di rappresentare il mestiere della Escort. Rapisce la crudezza con cui l’autrice si esprime e con cui trasmette la sua visione di un Mondo, che nonostante sia presente in modo capillare nella nostra società, è stato descritto fino ad oggi solo parzialmente e con ludici intenti. Se qualcuno può raccontare e deve farlo, cosa accade dietro le quinte della professione più antica del mondo, questi è chi lo fa, quotidianamente, vivendolo in prima persona. E questa prospettiva domina tutto il testo, si pone come premessa fondamentale del senso dell’Opera. Il Giudizio degli spettatori ha importanza perchè ci informa dei fenomeni sociali che investono questa realtà e la scrittrice vuole dire quello che pensa, e vuole farlo senza parzializzarsi. La prima parte del libro,forma la premessa filosofica a quello che verrà, come l’Idea prima della sua messa in atto, e incornicia la lettura distinguendosi per spessore e  profondità. L’atto sessuale viene descritto come un flusso di coscienza che muta, ma non si arresta. Il pensiero che stà sotto quel che si vede, in questo caso dell’autrice stessa, escort nella vita, viene esposto al pubblico così come nasce, per quella ricerca della Giustizia che nel silenzio si è esaurita. Un importante tentativo, di non facile comunicazione, quello che Lilith fa con questo testo nel panorama Italiano, fra romanzi erotici e testi storico- sociologici sul tema, e che cerca di ricomporre una Visione, fratturata, fragile, della complessità di ogni fenomeno e quindi anche del lavoro della Escort. Questo libro rompe un silenzio  recidivo, sovverte, informa in modo nuovo. Nella sua spietatezza  promuove un interesse di tipo diverso verso la prostituzione, uno sguardo più ampio.

 

L’autrice

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