Citazioni da Puttane “Il seme del Male” di Lilith

puttane. Ci si domanda quanto questa complessità sia servita affettivamente e se perpetuare a tutti i costi la vita, ricercando ogni sistema possibile per migliorare la quantità  e l’efficienza degli strumenti per la salute fisica, abbia poi invece compromesso la reale qualità del vissuto sociale. Quindi l’idea era la Madre, il concetto il dono e la forma la puttana. Santa od esecrabile che sia, gli elogi alla figura che più di ogni altra incarna  l’ideale femmineo di  cinquemila anni fa, sono rimasti trascritti ed innalzati in numerosi odi, preghiere ed inni. E’ soltanto oggi che questo non avviene più come un tempo, poiché si è completamente persa quell’integrità virile da cui scaturisce la giusta visione ed il giusto metro di lettura. Mai come in questa epoca, come dicevo prima, abbondano i libri ed i libri non si leggono. E’ divenuto quasi un disturbo parlare di conoscenza. Essa è qualcosa di inavvicinabile, che rimanda a chi ne ha il tempo, una parola sacrilega. A cosa serve conoscere in un epoca dove fare è primario?. E cos’è quest’azione efficace la cui efficacia deride se stessa?. Ed infine il proliferare di maschi ordinari la cui attiva passività ricerca soluzioni  liberatorie a pagamento cosa sottintende ?. L’aumento della capacità elaborativa, lo sviluppo progressivo della neo -corteccia, l’abbondare di neologismi e transvalutazioni razionali ha lasciato la bellezza ad un tempo in cui tutto questo non era. Eppure è effettivamente possibile far coesistere i tre tipo di intelligenza primaria, senza che l’uno rattrappisca l’altro. Questa cornice anfrattuosa ha comunque lasciato intatto il patrimonio essenziale dell’uomo, anche se quel significato, oggigiorno, tende a permanere per lo più sulla superficie logoica del cospetto sociale. Nel confluire  di tutto in un unico punto, all’improvviso ed insieme, alla libertà di respirare si è accostata un’altra libertà pretesa : andare a prostitute. Favorevolmente accolta la promessa di quella particolare disponibilità memore di un antichità il cui eco raggrinzisce eppure raggiunge l’ora, ecco che questa figura si fa strada fino a materializzarsi e diventare al contempo l’idea e la sua fattualizzazione. Essa non ha dovuto resistere, poiché la fonte da cui era scaturita propagava in modalità talmente ampie  che alcuna altra forza avrebbe potuto arrestare la sua transustazione discendente. Era semmai essa, la Madre, il simbolo di qualcosa da cui tutto è sorto, che doveva essere arrestata con ogni mezzo  e da cui bisognava difendersi, poiché nel suo dilagare raggiunse ogni vicolo e determinò inni e deplorevoli vili insulti; poiché essa nel suo evidente potere era come una marea in piena  costante che  assorbiva ed inghiottiva tutto dentro di se, trascinando l’uomo, rendendolo vizioso ed  infine  annientandolo. In queste acque è la rappresentazione elementare del concetto preceduto dall’idea ed è di un idea oscura che si parla, capace di essere ovunque, di contenere anche la luce. In questa sua traversata ha catturato poi il femminile traendolo a se e facendosi riconoscere, spingendo verso la  terra e conducendosi ad essa con potenza ridotta ma egualmente infermabile. Nutrita  stabilmente, dalla facoltà autorigenerante e  catalitica, questa forza appartiene alle sue tre sfere ed il tentativo di confinarla entro una sola , pur non espropriandola mai completamente, non può condurre se non  ad un suo svilimento parziale.  Essa splende in ogni sua manifestazione, e nel suo creare dichiara che la sua esistenza non potrà mai essere discussa. Il logos allora lascia libera espressione alla pura carne, non avendo alcuna probabilità  di ribattere sensatamente. Per quanto si provi a disciplinare l’eros, di porvi  un controllo ed un freno, esso sfugge incondizionatamente, ripassa dall’origine e rientra da qualche altra parte, in qualche altro modo.