Il Trionfo della Morte nel nuovo libro di Ossian D’Ambrosio “De Nigromancia”

          Salve Ossian. Benvenuto. Iniziamo dal principio. O dalla fine. Chi è Ossian nella sua essenza?

         Ciao, Ossian fondamentalmente è un sognatore ed un figlio del crepuscolo, poi è un occultista, scrittore e   musicista.

 

Il percorso di evoluzione spirituale attraversa diverse fasi, talune delle quali di importanza centrale. Quali sono i momenti del tuo percorso di evoluzione che ritieni essere stati fondamentali?

Le mie iniziazioni avvenute in tre momenti distinti della mia vita, la prima per linea di sangue, la seconda dal primo mentore per la via celtica e la terza avvenuta nel 2013 che mi ha trasformato in quello che sono oggi grazie alla FOI ( Fellowship of Isis )

Hai scritto di recente un libro sulla Negromanzia. Quali sono i motivi per cui hai scelto di creare questo testo?

Uno dei principali interessi nel culto druidico è quello degli Antenati, oltre agli spiriti di natura, ciò mi ha spinto negli anni ad approfondire delle reminiscenze che avevo già ai tempi dei miei primi studi di testi classici che descrivevano il rapporto magico con i defunti. La morte ha avuto un grande processo evolutivo nella storia dell’umanità e la Negromanzia, da sempre vista come arte oscura e malefica, era per me da rivalutare.

In che modo, a livello animico, ti senti legato e connesso alla dimensione della Morte? E quando è sorto questo legame?

Il legame è sorto da quando posi a me stesso la domanda dell’esistenzialismo, il rapporto tra l’uomo e il divino ed il ciclo vitale del tutto.Credo che sia l’unica certezza in questa vita terrena e in base alle mie personali esperienze anche di avvicinamento alla Morte o ad una possibile ha fatto scattare in me il desiderio di approfondire ma allo stesso tempo di esorcizzarla.

Una domanda focale, tra quelle che dovrebbero essere fatte al primo appuntamento con uno sconosciuto, capace di inquadrare fin da subito l’autentico spessore di chi si ha davanti. Cosa è per te la Morte?

Un grande/potente misterioso confine.

È corretto dire che con la fondazione del gruppo Death Metal Opera IX, hai in un certo senso voluto celebrare il trionfo della morte? Quale significato ha per te la celebrazione musicale della connessione che hai con i Reami della Morte?

L’esordio discografico con un 7” ep ebbe proprio il titolo di The Triumph of Death, il Trionfo della Morte, al tempo l’idea focale della band era proprio di nascere dopo la morte, “ex tenebris ad lucem”. Poi con il tempo ci allontanammo dalla sola visione della “morte” per esplorare la dimensione stregonesca ma non è detto che in futuro non toccheremo nuovamente questa tematica. La musica celebra in tutti i sensi oltre alle emozioni che proviamo, i nostri riti di passaggio e la morte è uno di essi.

Durante il seminario che si tenne a Masserano nei giorni di Samhain, andammo presso i cancelli del Sidhe. Io portai con me Baron Samedi. Di quell’esperienza ho un bellissimo ricordo. Riconobbi in te un abilissimo viaggiatore astrale. Vorrei che mi parlassi della tua esperienza come viaggiatore astrale nei Reami della Morte.

Ti ringrazio per le tue parole. Sono un praticante sciamano da circa un ventennio, studente della FFSS ( foundation of shamanic studies) dell’antropologo americano M Harner e da diversi anni seguo principalmente la “Via Celtica” con un particolare interesse verso quello che io definisco, i misteri della morte e l’arte dello psicopompo. Credo che attraverso la conoscenza degli spiriti e del loro mondo vi è la possibilità di esorcizzare parte del timore che noi esseri umani incarnati proviamo nei confronti della morte. Ho seguito inizialmente una disciplina transculturale e poi con il tempo mi sono avvicinato maggiormente ad una tradizione, se possiamo così definirla, in connessione agli antichi popoli del bacino mediterraneo e oggi sono costantemente immerso nella ricerca e sperimentazione.

Nel tuo libro “De Nigromancia -L’arte dell’evocazione dei morti”, edito da Psiche2, c’è un paragrafo dedicato ai rituali di sangue, un elemento a cui sono profondamente legata. In che modo ritieni che la ritualistica con il sangue sia connessa alla negromanzia? E quale è il tuo rapporto con il sangue e il significato che gli attribuisci all’interno del percorso di evoluzione spirituale

Il Sangue è fondamentale senza esso non vi può essere un contatto. Il Sangue è l’effluvio vitale che ci permette di unirci a coloro che nuotano nella “corrente” di morte. Il mio rapporto è di terrore amore.

 

 

      In che modo la connessione profonda con la Morte e i numerosi viaggi astrali che hai realizzato presso i suoi Reami, hanno trasformato la tua visione dell’Esistenza terrena?

 

Come detto precedentemente, sto ancora sperimentando e non ho ancora una visione chiara, ma con gli anni sono sempre più consapevole dei piaceri terreni che non sono altro che una eredità dei nostri spiriti, noi camminiamo sulla stessa terra dei nostri antichi padri e respiriamo la stessa aria che hanno respirato loro.

 

Quale è la parte del libro che ritieni di maggiore importanza?

Il primo e secondo capitolo.

Un’alleanza che nasce nell’essere o la scelta di un’alleanza? È scelta o marchio, nella tua prospettiva, il legame con la morte?

La morte è un marchio perché è un’alleanza con la vita che non può essere una scelta e per conoscere la morte bisogna vivere la vota nel pieno dei suoi piaceri.

In chiusura, rispondi a una domanda di tua libera scelta.

Sei stato vicino alla morte fisica? Si e questa esperienza cambia completamente la visione che si può avere nei confronti della morte che per me è come il sangue, terrore e amore.

Grazie Ossian