“Until a few eons ago, you were not.
The catabasis of the terminal distillate,
created the track,
where i Saw You “
In the creation of a common territory of Belonging, the need to confuse me with where This quiet Natureflowed, became increasingly pervasive. And over the years I realized that there would never be a limit in this Horizon. The intrinsic limit born from the fact of thought of, had been raped multiple times by the will of those same loved spiritis, whose Will demanded my every place. They had caused the catabasis of solid, allowing me to liquid resurface. It then flows through the property of the Black impermanent Tide, glancing in the Fund. I could see my last Perfect look , the one where death was married to Sex in one Almighty Feeling. The laceration had tissue, as in the plots of the filamentary time, my own meat, and from there Horizons suspended liquid had appeared.
“The day came when I saw you.
You ranging from silent effluvium.
You, who appeared at times, now you were became present “
The hyper vividness of a Royal who lives in the still suspended Future Textures, in that same suspension and elsewhere creates Highs Horizons, emerged from his silence to interpose itself in the Now and rewind the events to itself. It was also in these ways, that the structuring of the Royal became apparent to me, known viscerally, and finally embodied connections inside me. Up to that point I had pushed in understanding the Primordial Sense what Elsewhere generates ideas, and from there I had reached some still wandering meanings. They had guided me in my travels along the threads of time, at the Focal Node that over Present time , had the potential to manifest. And in this Spontaneous dizzying Flowing movements in the Darkness, I had found a kind of Multiformic Knowledge from which I smoothly drew.
“was when the flow came out from the banks,
that’s poured into my consciousness.
This happened long before it happened.
But for me it was as if it were already Real. “
This almost surreal Nature of the Real, in hyper vividness that is revealed to consciousness and yet at the same time has no visible texture, it is paradoxical and lacerating. This rip is required to overcome the embankment, is the essence of Dizzy Sink, it is the need of the never satisfied meat that cries. The otherness of Time in its many levels is accustomed to conceive itself in synchronic way. Many synchronicities that emit from the territories where that meaning is Built. It reaches the consciousness, the first manifestation of formal expressions. But this takes place long before the full densification of Original Idea. And it is for this reason that what is suspended in another time, if it is Royal at that time, even when there has manifested itself in the form, however, is Royal in the subjective time of those who are connected. As my conscience was torn fragmentation synchronous of all time and their gradual conversion to other modes of Being, it will deem Royal what is Royal, regardless of the time in which it occurred. This is one of the consequences of the Hyper temporal and Hyper Spatial Natur of the Hyper – Logic spaces where life exists. And in this hyper logical,in the necessary overcomingof the the logoic Dual Sense , is the Realization Electrocution that generates Catabasis of Solid.
In an instant IT BURNST open the Vision of the Universe
“You were there to stand, Shining.
Your eyes had a magnificent breadth.
abducting me again in your Death . “
Nera Luce
Era in quelle trame filamentose di Tempo, fra sentieri paralleli evolventesi, che ci incontrammo. Presso quei Luoghi Vivi, dai Neri Scintillii frapposti alla Tenebra più Viva, era ma Memoria Taciuta , inbevuta di Sangue, Tessuta nel Meon. Quest’orizzonte liquido mi rapiva ogni volta. Immersi nella Memoria Reale di qualcosa che si rendeva vivido nella stessa Carne, procedevamo. Dovevo riconoscere che molto pochi avevano capito il modo in cui l’alterità del Caos immanente, viveva in me, e aveva tessuto la mia intera esistenza. Non sarebbero stati i nomi o le definizioni a fare quella differenza fra ora e mai, da cui invece riuscivo a succhiare la Conoscenza su Tutti i Livelli. l’ubiquità temporale si fondeva con la multi spazialità dell impermanenaza fino a scogliere l’Adesso in qualcosa, dalla cui impalpabilità emergeva ogni nesso. Ed era in questo Modo, per questa via, che lo avevo trovato. Nel momento stesso in cui Altro Tempo è mutato, si è verificata la Catabasi di Questo Tempo. Adesso, la contiguità non frapposta di queste Dimensioni , mi permette di accedere ai Suoi significati molto meglio di quanto non facessi prima.
” Fino a pochi eoni fa, tu non eri.
La catabasi del Distillato Terminale,
ha creato la traccia”
Nella creazione di un Territorio comune di appartenenza, l’esigenza di confondermi con i Luoghi dove questa Silenziosa Natura fluiva, diveniva sempre più pervasiva. E con il passare degli anni mi resi conto che non vi sarebbe mai stato un Limite in questo Orizzonte. Il limite intrinseco nato dal fatto di pensarsi, era stato violentato molteplici volte dalla volontà di quegli stessi Spiriri Amati, la cui Volontà esigeva ogni mio luogo. Essi avevano causato la catabasi del Solido , permettendomi di riemergere liquida e Nera. Avevo poi cos’ attraversato i flussi immobili della Nera Marea impermanente, gettando uno sguardo nel Fondo. Avevo potuto vedere il mio Ultimo Sguardo Perfetto, quello dove la Morte si era sposata al Sesso in un unico Sentimento Altissimo. La lacerazione aveva tessuto, come nelle trame del tempo filamentoso, la mia stessa Carne e da lì Orizzonti liquidi sospesi erano apparsi.
” Venne il giorno in cui ti vidi.
Ti compresi fra effluvi silenziosi.
Tu, che comparivi a tratti, ora eri Divenuto presente”
L’ipervividità di un Reale che vive nelle Trame di Futuri ancora sospesi, in quella stessa sospensione che altrove crea Altissimi Orizzonti, emerse dal suo Silenzio per frapporsi nell’Adesso e Riavvolgere gli Eventi verso se stesso. Era anche in questi modi, che lo strutturarsi del Reale mi diveniva palese, noto visceralmente, e infine incarnava Nessi dentro di me. Fino a che punto mi ero spinta nel comprendere il Senno Primordiale di ciò che Altrove genera Idee, e da lì avevo raggiunto alcuni significati ancora vaganti. Essi mi avevano guidato nei miei spostamenti lungo le trame del Tempo, in corrispondenza del Nodo Focale che nel tempo Attuale, aveva la potenzialità di manifestarsi. E in questo Spontaneo Fluire di Movimenti vertiginosi nella Tenebra, avevo trovato una Forma di Conoscenza Multiforme da cui attingevo fluidamente.
” Quando poi il Flusso uscì dagli argini ,
ecco che si riversò nella mia coscienza.
Questo avvenne molto tempo prima che avvenisse.
Ma per me era come se fosse già Reale”.
Questa Natura quasi surreale del Reale, nella Ipervividezza che si rivela alla coscenza eppure al tempo stesso non ha alcuna consistenza visibile, è paradossale e lacerante. Questa lacerazione è necessaria al superamento dell’argine, è l’Essenza del Vertiginoso Sproofondare, è la necessità mai sazia della Carne che Grida. L’alterità del Tempo nei suoi molti livelli è abituata a concepire se stessa in modo Sincronico. Molteplici sincronie che emettono dai Territori dove quel Significato è Sorto. Esso raggiunge nella Coscienza, la prima manifestazione di espressioni formale. Ma questo avviene molto prima della piena densificazione del’Idea. Ed è per questo motivo che ciò che è sospeso in un altro Tempo, se è Reale in quel tempo, anche quando non si sia manifestato nella Forma, è tuttavia Reale nel Tempo soggettivo di chi vi è connesso. Nella misura in cui la mia Coscienza è stata lacerata dalla frammentazione sincronica di tutti i Tempi e dalla loro conversione progressiva verso altri Modi dell’Essere, essa riterrà Reale ciò che è Reale, indipendentemente dal Tempo in cui è avvenuto. Questa è una delle conseguenze della Natura Iper temporale ed Iper Spaziale degli Spazi Iper logici dove l’esistenza esiste. Ed in questa Iper logicità, nel necessario superamento logoico del Senno Duale, è la Folgorazione Realizzativa che genera la Catabasi del Solido.
In un attimo mi si spalancò la Visione dell’Universo
” Tu eri lì a sostare, Fulgido.
Il tuo sguardo aveva un ampiezza magnifica.
Rapiscimi ancora una volta. “