Il Nodo del serpente

Sono quei narratori narranti che ci investono della loro delizia gustosa, gustandosi a loro volta la visione mal riposta di qualcuno che invero non ci rappresentava affatto. E tramite queste gesta furiose , questi attaccamenti necessari , questi silenziosi commenti adulterini, le loro menti ci rapivano in uno strazio insonoro. Grida e urla e striduli versi venivano da quei luoghi, dove i non più qualcuno o i non mai detti, continuavano a strisciare. Oggi noi siamo qui perchè adesso niente più ci divide. Siamo ritornari nella memoria logora da cui provenimmo e da lì ci siamo riempiti della terra umida la cui avvenenza tetra ci affascinò. Insieme ora procediamo nella Forza che dal nostro orrore sinistro si è levata dalla materia ed oltre. Fino a questa traccia liquida bagnata di sangue, ci rincorrevamo. E questo cercarci ci dilaniava le ossa, ci divorava le membra. I brandelli di ciò è rimasto quando in quel fondo disossato pieno di cadaveri e luci intermittenti come fiocchi di neve, sono rientrati dalla mia bocca e poi hanno ferito la terra nella loro calda emissione. Ed ecco che i narratori narranti avevano qualche pietra fra le mani, lavata con cura nelle acque pure da cui provenne la loro peggiore prestazione e intento. Ciò che avete compiuto, nella ricerca affamata e violenta della mia attenzione , ha sradicato dalla superficie il decoro e la morale. E sempre più ai primordi di qualcosa di indefinito ed indefinibile, mi sono smembrata a morsi. E mangiarmi non fu che un inizio di ciò che in quell’avvenire transustava avvelenato ed avvelenante nelle profondità oscene del ricordo inarrestabile. La violenza con cui ci siamo cercati causò gli epigeni di ciò con cui nacqui. E da allora ad adesso non è cambiato che un battito d’ali di farfalla. Un fruscio di vento ed eccoci ancora qui, a nutrire ciò che nutre quel che deve esser nutrito. Ricomporci fu l’oscenità finale silenziosa che strinse il Nodo.

 

images