Sull’Unità della Conoscenza: Dominio e Rivelazione

 

Se, e nella misura in cui lo studio delle scienze occulte serve la causa dell’autoglorificazione, nulla esimendo dal Basso Vizio emotigeno che fa dell’Uomo Moderno una Scimmia involuta, indi consideriamo quanto segue. Talvolta mi capita di incontrare persone che non hanno alcuna velleità Magico- occultistica e che dalla sola lettura di un libro, un solo libro, hanno estratto quella rivelazione che gli è servita a dare senso alla loro esistenza. Pur esistendo la loro personalità attuale, ciò che gli si mostrò, anche solo ad un livello conoscenziale, fu sufficiente per l’emergere di una consapevolezza solida sulla propria esistenza. E se non è l’età a fare la differenza, è certamente vero che il tempo in taluni casi costruisce, laddove altrove ha destrutturato. Se la MAGIA poteva avere un senso trascendentale, essa era per il suo esserci e il suo farsi amare, il suo essere memoria antica di altra esistenza, e non per il suo impiego finalizzato. Se ti domandi perchè ci sono stati uomini dalle menti non eccellenti che da un solo libro hanno tratto il Senso, e altri che non hanno mai imparato, nonostante tutta la conoscenza che gli era fluita attorno per anni, in opere e letture, la risposta non è di facile soluzione. Ma questo fa riflettere sul fatto che non sia la quantità di conoscenza a rapprsentare un Nucleo fondamentale per la consapevolezza e la costruzione di senso. Non lo è poichè fintanto che non si definiscano linee definite, traccie solide non mutevoli, fin tanto che si confonderà il casino oscillante non costruttivo e labile, con la disponibilotà al cambiamento, invece che sottoporre ad analisi critica quanto avviene ed è avvenuto, il casino continuerà a frastornare ciononostante qualcunque lettura e qualunque incontro. La Disponibilità alla conoscenza e alla trasformazione, non si misura con metri comportamentali ne si misura con qualcosa di osservabile. Potremo confonderci pensando che la foglia che vaga or qua or là, sia più libera del tronco che ben si è radicato nel suo terreno. E questo perchè gli stereotipi culturali hanno infarcito i cervelli , anche quelli con grande intuito e intelligenza,stabilendo canoni a prioristici. E in particolare questa cultura latina, che i latini credono l’unico modo di concepire il reale, ha stabilito che alcuni valori sono più realistici di altri, dimenticando di come variano gli approcci e le interpretazioni. Confondere il radicamento e la chiarezza con la chiusura, l’idea definita con la scarsa disponibilità alla trasformazione, è un grande errore. L’errore che porta poi la confusione addizionale da cui le scelte errate e altrettanto confuse conseguono. E se non c’è un parametro comportamentale osservabile, è per vero che è possibile osservare la direzione che prende la riflessione di un uomo e come usa il linguaggio, se e come vomita parole e gesta senza alcun radicamento ne consapevolezza o dominio, per stabilire perlomeno cosa egli non abbia raggiunto. Ma poichè non sono i libri e la loro quantità a darci quella Sostanza Invisibile che dalla Rivelazione conduce a quel senso Certo del Conosciuto, certo almeno quanto invisibile, ecco che ci chiediamo cosa faccia la differenza. Una differenza che una mente lucida potrà cogliere poi nell’uso delle parole e nella direzione in cui la materia si struttura. Poichè è molto comodo appoggiarsi alla conoscenza occulta quando essa giustifica ciò che ci fa comodo, e parlare di leggi di corrispondenza e analogia, quando poi davanti alla materia che palesa la sua disarmonia, ci appelliamo alle colpe esterne, deresponsabilizzandoci rispetto a quanto accade. Ma soprattutto, senza considerare che l’Aristocraticità del Mago, che è poi Colui che nella sua Deità embodizzata, Vive e si incarna in opere e parole, richiede Disciplina e Dominio di sè a tutti i livelli. Usare la magia per scopi altri che non siano l’elevazione gnostica, e usare la presunzione di elevazione gnostica per stabilire cosa è giusto e sbagliato, dimostra infine quanto inutile fosse stato qualunque percorso, reale o solo creduto, di colui che va così operando. L’inutilità che appare, come qualcosa che si fracassa all’improvviso, quando dopo tutte le conoscenze occulte di una vita, avanti all’uomo con il suo solo libro in mano, palesa la sua inutilità. Se alla domanda ” Come ha fatto costui ha comprendere così chiaramente le leggi sotto cui ricade la sua esperienza fenomenica ed ontologica, con quel suo solo libro, avanti a me, che tutto lessi, tutti conobbi e in molti luoghi viaggiai? . ” Presume il presuntuoso, armato di strumenti per confrontarsi con la misura altrui, e pronto a fare paragoni, accostamenti vantaggiosi, facili soluzioni espesse in dogmi. Erano gli stessi dogmi che diceva di ripudiare, in fondo , quelli nella sua bocca e nella sue parole. Ebbene costui, presumento presuntuoso, presumerà troppo spesso che l’altro abbia una presunzione, piuttosto che andare oltre tutta questa idiozia, abbandonare i confronti, e iniziare una riflession critica sulle possibilità chela rivelazione offre. Se non ti fermi a pensare davanti a un caso simile, e al posto della riflessione alzerai i tuoi giudizi come dogmi per santificarti, ecco che avere incontrato costui sarà servito solo a nutrire altra vanagloria. Era il modo in cui alcuni cadevano, avanti alla mia parola, ed altri ne erano innalzati. Era il modo in cui davo la vita o davo la morte. Eppure, una risposta sensata ci sarebbe, poichè l’esperienza su cui molto riflettei questo mi insegnò infine : ” Costui, aveva preso una sola idea o poche altre, le aveva nutrite, elevate, sviluppate, fatte radicare. Aveva eretto fondamenta su quell’una o poche idee, che per lui avevano pià risonanza. E poichè al posto di molte vane idee oscillanti, mutevoli e decadenti, egli aveva posto pochi, fondamentali,Assi su cui erigersi, in fondo, non aveva avuto bisogno di percorrerein lungo e in largo la terra, o di leggere 5000 libri, poichè aveva ben pensato secondo la sua Natura”. Tutto il tempo dei rapimenti, aveva lasciato il posto ad una vertigine che si faceva sempre più densa, e tutta la confusione e il rumore avevano lentamente lasciato il posto alla Silenziosa Chiarezza degli ASSI. Egli aveva cioè” Appreso la sostanza, interiorizzato la sostanza di quell’unico insegnamento, e lo aveva fatto nel modo a lui adatto, nel modo più armonico e secondo legge. Così la rivelazione era giunta, unica, solida, impreturbabile”. Non si trattava solo di aver semplificato, ma di avere Impiegato secondo Potere ciò che gli era stato offerto, invece di contare le nuvole che ci sono nel cielo e cercare di dare un nome a tutte quante. Molte idee. del tutto inutili, come inutile le pennellate di troppo che il pittore inesperto e che non sà ciò che vuole, dà, credendo di migliore la sia opera, ,a finendo con il fare un pastrocchio informe. Ma  se ancora ci fosse la forza per convincersi che non fosse così, poichè l’ignoranza è dura se non impossibile da sradicare, tanto pià se al servizio di una mente fortemente motivata a conviverci, e quindi di conseguenza,  la mente operasse distorsioni per adattare il pensiero ai fatti, io egualmente consiglierei ” l’abbandono di tutti i libri a favore di quell’albero, che così radicato ed immobile là piantato, mostra tutta la sua saggezza silenziosa e da lì ricominciare da capo tutto il percorso”. Dove il l’eccesso di fluidità crea casini multiformi, non è invero nessun vero potenziale caotico. Il caos, lungi dall’esser un luogo privo di Ordine, ha una sua logica e una sua struttura. Se qualcosa può creare, esso può poichè si Concentra in INTENSIONE, non perchè si disperde in Estensione. Accogliere tutto, adattarsi a tutto, non è una forza, ma un arrendersi. Dove non si riescono a porre argini e dominio, non vi sarà nessuna chiarezza, definizione ultracosmica del sè più alto, sviluppo armonico di tracce, costruzione armonica di sensi. Tutto è destinato a comparire e scomparire, senza fissarsi, senza cristallizzarsi ne in opere ne in Interiora, dove il casino privo di argini e fuori controllo, abbia preso il posto all’Ordine Consapevole di una Chiarezza Rivelata. E se non è oggi che lo spiegheremo al Mondo, ne domani, e se forse non ci sarà pià alcun bisogno di spiegarlo infine, è in quel Tempo che scorreva nela Coscienza, che si giocava la partita a Scacchi con il proprio Universo. Nelle Scelte che un uomo opera, nell’intensità e nel vigore con cui libero corre lungo i sentieri che egli ha deciso essere i suoi sentieri, è l’incarnazione del Principio sulla base del quale stava operando. Senza Ordine e Lucidità, senza Leggi ne Chiarezza, qualunque percorso magico che ambisca ad accrescere la manifestazione della Gnosi Cosmica, è una gigantesca pagliacciata per se stessi. Una sola Rivelazione, e poche leggi fondamentali, dove esse siano di Potere, possono trasformare un Uomo in un Dio come Il bagliore di un Fuoco Altissimo che bruci l’inutile e le sue vane costellazioni oscillatorie. Augmn