Introduzione alla pubblicazione del testo di Nera Luce sulla Metafisica della Magia Sessuale

                    

Un introduzione alla pubblicazione del testo sulla Metafisica della Magia Sessuale

Nera Luce

 

Ascolta ora il segreto della forza , una goccia costante scava la pietra, sino a perforarla. Il fine verso il quale tendi la tua forza di volontà, in ultimo l’otterrai; comincerai ad avere successo o quando comincerai a volere il successo.

Eliphas Levi

 

 

Racconto di notti di mezza estate, 13 anni fa or sono. Il momento che spesso riporto ad esempio quasi ecumenico di un insegnamento indiretto, tratto per negazione da qualcos’altro. Il ricordo pentacolo, il nodo che sviluppa in diversi tempi significati diversi come dentro un’eternità mutevole di riferimento. Lì, tra quelle montagne, la mia manifestazione minore all’età di circa 23 anni, incontrò un grande stregone, o qualcosa che così amava presentarsi. Grandi aspettative ancora non argimentate di una giovane ragazza, che all’epoca, andava viaggiando spesso per incontrare diversi rappresentanti del mondo esoterico, in parte per avviare delle sperimentazioni magiche e in altra parte per arricchire la propria conoscenza dell’esperienza altrui. In quel periodo mi stavo attivamente occupando di approfondire i testi di Kenneth Grant e la dottrina Cabalistica. Avevo molte domande da una parte e molta voglia di condividere con qualcuno che avesse una più vasta esperienza. Allora e oggi la mia serietà di intenti e di studio si dava come un fatto integrale, una certezza a me ben chiara incastonata nella mia già molto elevata consapevolezza di ciò che incarno. Avanti a tutte le mie domande volte a chiarire gli aspetti dei testi che stavo approfondendo, che domandavo in fondo mossa da un autentica volontà di conoscenza, da tale persona andavo per lo più ottenenendo risposte che volevano stravolgere e deviare la logica sottesa alle questioni da me poste, tendendo a riconvergere sempre allo stesso punto “Lascia tutti questi libri ed impara dalla natura del Sogno. Tutto quello che c’è sa sapere sulla magia si trova nel libro <<La Storia Infinita>>”.  Se riguardo oggi quel tempo, a 36 anni, io mi sento come la Madre di me stessa, ed è una sensazione bellissima.

Fu nel luogo di una squalifica abbastanza pervasiva di tutto ciò che ero andata costruendo fino a quel punto che questo maestro, che allora aveva circa 30 anni più di me,  andò occupando tutto il tempo trascorso insieme di quelle giornate nel tentativo vanaglorioso di riqualificare la sua autostima e ricordare a sé stesso la sua grandezza, tramite la distruzione sottile della stima che io avevo di me stessa. Non imparai invero nulla, nulla di nulla, né di pratico né di teorico da quell’incontro, ma me ne ricorderò sempre in fondo per la sua grande valenza esistenziale.

E non lessi mai la Storia Infinita.

Quel giorno io vidi cosa non sarei mai voluta diventare e compresi cosa non è la sapienza. Tra quelle montagne io, dal futuro presente, sgorgo nel passato e parlo alla voce dell’anima non ancora fortificata di quel tempo, per erigere ancora una volta quel sentimento di aristocraticità interiore che elegge a dominio dell’essere solo la sua più alta Volontà.

Questo è il marchio sotto cui sono nata, altezza, sigillo, natura. Volontà sotto l’Amore e Amore per le Altezze. Evidentemente il germogliare di una coscienza, in quella metamorfosi del Corpo di Luce che in molti testi viene presentato come processo trasformativo per eccellenza dell’essere incarnato, chiede tempo, molto tempo. Anni, decadi. Anche nel caso di qualcosa nato con quella vocazione assoluta, che è necessità stessa dell’essere inarrestabile, fondamentale, irrinunciabile, comunque resta il fatto che le l’età della nostra vita e il tempo trascorso sulla terra, enucleano ad un altro livello percorsi evolutivi che scorrono lungo ciclicità sempre diverse. Nel riguardare indietro alla mia giovane età e rendendomi quindi conto che alcune consapevolezze e potestà, realizzazioni e cristallizzazioni avevano bisogno di tempo per sorgere, evolvere e cristallizzarsi, l’unica cosa che vorrei cambiare è quel tratto di disponibilità inoffensiva e tollerante che caratterizzò la mia ricerca di esperienze magiche in giro per l’Italia, tra incontri più o meno inutili e rari casi di valore. Vorrei quindi spiegarmi, da Madre superna, che sono proprio coloro che hanno bisogno di pletore di allievi e li vanno cercando famelici, presentando il loro indottrinamento come una forma magna di altruismo, da cui bisogna guardarsi. Sono gli stessi che brandendo la fiaccola della libertà non ti vorranno libero di pensare, libero di essere, libero di evolverti, e non ti concederanno quindi il perdono il giorno che nella tua libertà di essere e libero di divenire, non sarai d’accordo con loro. E questo deve insegnarvi sopra ogni cosa quanto sia importante il percorso sapienziale portato avanti parallelamente a qualsiasi altro percorso di pratica della magia. Esso informa cioè tutti i livelli e determina quella profondità, che è anche afflato mistico, che immette “l’anima” dentro la pratica magica, o se vogliamo che è il “Cuore e la Fiamma” da cui la magia dovrebbe originare e di cui la ricerca dovrebbe alimentarsi.

Avrei forse voluto o forse no che quella sapienza dei più anziani si appoggiasse su di me come un velo gentile, scivolandomi addosso, ma mi sono resa conto che la Sapienza evolve insieme a tutto il resto solo se c’è un’autentica Volontà di trasformarsi, se c’è un autentico capacità critica e valutativa anche nei confronti di sé stessi, capace di dominio, orientata al superamento continuo, disposta a lasciare andare davvero l’inutile. E mi sono resa conto presto che nel panorama magico esoterico, rispetto cui da giovane nutrivo grandi aspettative, questo aspetto era divenuto secondario, talora quasi scomodo, e se comunque non inutile comunque relativamente importante. Il panorama che conobbi i primi anni in cui la mia ricerca volse verso tentativi di condivisione, fu una costellazione più meno vana di incontri privi di autentico potere. Venne il tempo in cui mi risolsi nuovamente alla pratica individuale, e rinunciai definitivamente e prima di tutto da dentro, alla condivisione con altro che non abitasse luoghi non terrestri. Ed effettivamente questo fu un po’ un ritorno alle mie origini che chiuse il cerchio, come l’oroboro,riconcludendo in una nuova sintesi più raffinata al modo in cui sono entrata, ossia nuovamente meravigliosamente sola, unita al Tutto ed immensa.

Nel bastare a me stessa e nell’essere ciò che sono io chiusi 20 anni dopo un ciclo non solo storico- biologico, ma un intero processo sottile su altri livelli.

<<Ogni individuo è, essenzialmente, sufficiente a se stesso. Ma non soddisfa ancora se stesso sino a quando non ha stabilito la giusta relazione con l’universo>>.
A.Crowley

 

Mi risolsi nuovamente nel punto di partenza consapevole che la mia ricerca era servita certamente a fare esperienza di qualcosa che non aveva importanza in sé stesso, in quanto fatto biografico appartenuto alla mia storicità incarnata, ma la cui importanza risiedeva in ciò che da questo mi si era definitivamente chiarito nel profondo.

I significati che a diversi livelli si erano così immessi dentro una riflessione di più ampio respiro, che era andata coagulando e dirigendo al suo interno costellazioni di significati estratti dalla profondità del resosi manifesto.

 

Questa è la grande premessa che vede la comparsa, ad un certo punto della mia esistenza terrena ed esattamente a 33 anni, del voodoo gnostico. In un’epoca, come scriverò anche nell’introduzione del mio primo libro, in cui nulla più cercavo, avendo abbandonato anche ogni tentativo di pubblicazione di libri pur io amando la scrittura in modo viscerale, ero finita come in uno stato di quiete siderale nel fondo di qualcosa. Il fondo di una caverna. E di questa sensazione di essermi inabissata oltre una soglia di non più ritorno infatti scrivo, come se il mondo visto da laggiù fosse qualcosa verso cui non nutrivo più alcun interesse, che mi era divenuto troppo distante, e lo guardavo da lontano consapevole di avere voluto io stessa scendere al fondo di quel tunnel.

Ciò che perturbò questa mia quiete perfetta, quasi già morta, alla ricerca di niente, bastante a me stessa fu questo fulmine nel silenzio più assoluto, la cui folgorazione scosse le fondamenta verso una nuova spinta, un’animosità di un nuovo regime del fuoco ed io mi sentii irrorata di vita come mai mi ero sentita nella mia esistenza.

L’incontro con i Loa, che divenne qualcosa di intelleggibile nel momento in cui il testo di Micheal Bertiaux mi raggiunse, e iniziai a scrivere il libro su tale sistema magico, mi permise dui riconoscere in modo esplicito ciò che avevo comunque sempre saputo, di rendere quella conoscenza una formula di ricordo cosciente, e tutto cambiò. Cambiò la mia collocazione rispetto ai ranghi della loro manifestazione, cui divenni nuovamente unita in una memoria accessibile, e questo traslocò la forza che animava il mio afflato animico verso una manifestazione dell’essere maggiormente unificata. Il sentimento dell’essere che sorse da ciò, in quella fusione nuovamente realizzata, mi mosse verso la vita. Questo fu anche il motivo per cui scelsi, dopo una lunga meditazione, di uscir al pubblico con un libro, consapevole che questo mi avrebbe riesposto a tutte quelle dinamiche relazionali dentro il panorama esoterico la cui vacuità mi era oramai chiara, lampante. Volli onorare questa manifestazione, e quindi scrissi il mio primo libro come dono per tali spiriti amati, in loro memoria vivente e come atto d’amore.

La mia ricerca in ambito magico quindi ebbe uno slittamento qualitativo enorme dal fatto di aver preso coscienza a quel punto, nel luogo di un’esperienza che riusciva a transitare tra prospettive speculari, nel luogo di una memoria sostanziata dall’esperienza, che dove non è “anima” e quindi “autentica profondità di amore”, e “cristallino rapimento”, nessuna pratica magica ha senso ne porta ad un’evoluzione autentica dell’essere. Ciò che era mancato, il fondente universale chiamato amore, quello stesso amore che in molti testi, lungi dall’essere sentimento, spinge scosceso alla ricerca e alla fusione, quello stesso amore che da bambina molto piccola mi aveva spinto fino a qui, e aveva segnato radicalmente tutte le mie scelte esistenziali.

Nell’aver voluto quindi scrivere un testo che si intitola metafisica della magia sessuale e essendomi voluta ispirare al sistema di ingegneria esoterica di Bertiaux, ho voluto al contempo farmi portatrice intera di quella serietà che mi ha sempre qualificato ad ogni età, e la cui più grande restituzione non mi è venuta attraverso gli applausi, ma che è Uno con ciò verso cui mi ha condotto. Ciò che sono quindi in ultimo perché vi ho teso, indipendentemente dai tentativi poco sapienti e oserei dire inutili di squalifiche ripetute nel corso del tempo, che hanno avuto il principale effetto di rendermi ancora più motivata e solida nella ricerca.

Non si può distruggere con i veleni ciò che sorto nei veleni, si è eretto attraverso di essi, dentro essi. Distillando veleni mi sono eretta e ogni nuovo veleno distillato con cui venivo a contatto, ha contribuito solo ad alimentarmi nella forza. 

Ciò che non crolla sotto il peso di bombardamenti, poiché è vita stessa nata nell’essersi, può dirsi quindi conquista assoluta. Uno con l’essere che l’ha raggiunta.Questo testo vibra di queste percussioni, è animato da questo afflato alla vita quindi come nessun altro testo prima di questo, è un grido tangibile alle altezze che si dispiega tra le pagine di ogni paragrafo a livelli diversi.

Il sistema di Micheal Bertiaux, ha un valore magico enorme, poiché presenta la magia come la più alta Scienza e non si risparmia né dal punto di vista scientifico né da quello trascendentale. Riesce a unire livelli che normalmente vengono separati, impiegando il mezzo di una trasversalità multidisciplinare particolarmente adatta allo scopo che si prefigge, collocando l’origine della conoscenza nell’oltre tempo. Esso è stato ispirazione a tutti i livelli, riapertura all’anima del mondo,  rapimento che mi ha riportato alla vita per il solo fatto di esserci ed essere divenuto manifesto.

Ed è divenuto manifesto nel momento esatto della mia storia esistenziale in cui nulla più andavo cercando. Questo, ossia il fatto che mi fossi risolta in quiete, risolta oltre una soglia di una certa importanza, mi ha permesso di apprezzarne tutta la portata conoscitiva senza nessun rumore di interferenza. Pura e semplice ne ho aperto le pagine senza nulla stare cercando, senza nulla aspettarmi, e da qui mi si è aperto un mondo di metamorfosi occulte che tracciano infatti da quel momento forse l’inizio del mio percorso di ritorno tra i viventi.

La metafisica della magia sessuale è la metafisica della creazione, ed è per questo che al suo interno raccoglie il riverbero di tutta una serie di ambiti che ho ritenuto essere corollari principali di tale derivazione. E la magia sessuale, così come l’energia sessuale è propulsione creativa, è anche magia della creazione.

Creazione a diversi livelli che nella sua più imponente risonanza animica quando immessa dentro la pratica operativa, spalanca la visione dell’Essere all’essere stesso.

Quest’opera ha voluto quindi intessere le trame dei diversi livelli della manifestazione, per coagulare entro una visione complessiva ed esauriente, al contempo la mia esperienza del divenire attraverso la manifestazione in me dell’energia sessuale, e un’ontologia di riferimento di grande valore e serietà.

Essa è la testimonianza di un’anima dentro le trame dell’esistenza e al contempo un trattato metafisico che cerca tra le profondità della terra dentro le radici stesse.

È al contempo domanda e risposta, vita e morte, nascita e compimento.

Chiude il cerchio, come l’oroboro.