Amare al modo in cui la Morte ama – un testo di Nera Luce

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Se amare qualcosa può innalzare, solo nella libertà che traduce l’essenza, nella lacerante ma impetuosa assenza di ciò che si presentifica solo Essendo, ciò è possibile. La libertà del giaguaro nella notte, la libertà dell’acquila in volo, sono sentimenti dell’essere senza i quali nessun vero appagamento è possibile, senza i quali nessun innalzamento volge al Tutto. C’è qualcosa nella libertà che non deve essere determinata, spiegata, donata, ma che resta e tace, come qualità naturale non compromettibile e non svendibile, che ha il Potere di Innalzare. Nella mia ricerca di questa libertà, ho preteso molto volte che mi si lasciasse come un Eremita in Silenzio, e ci sono stati modi del sentirmi libera diversi….se in alcuni ero divisa, in altri ero Riunita, e in altri ancora non ero più qualcosa che si potesse definire…..se lasciamo che ciò che è amato si perda nella vertiginosa assenza del suo dover Essere in tutta la sua Potenza e Manifestazione, e nella maestosa e spaventosa presenza dell’intraducibile, permettiamo ad Esso di Fluire intimamente ed irreparabilmente nella Comprensione del suo Essere. Nulla di ciò che lega, trattiene, concede l’altezza che è Respiro senza spazio ne tempo. E la Visione e la Comprensione di un tale Sentimento, è come un Rapimento Sconvolgente in Abissi senza nome, che con la ferocia spietata dell’inumano travolge irreparabilmente in un estasi oscura…..come un Crollo Catastrofico di tutto il pensato ed il pensabile, che cancella in un abominio senza nome ogni riferimento…..e scaglia impetuosamente nel Vuoto. Ci sentiamo così travolti dal Senza Volto ed oscenamente smembrati avanti a questa esperienza iper vivida di perdizione e rinascita, di Amore vertiginoso dall’atavica memoria informe…c’è qualcosa di Spaventoso in una tale visione dell’Amore…qualcosa che Turba Violentemente e percuote l’anima proiettandola in un vortice di Oscena Gloria…..Cogliendo questo, non possiamo fare a meno di concepire come un tale Rapimento, da dentro, sia possibile solo alimentando un genere di Libertà che Vuole solo se stessa e che da lì accoglie l’impossibile in ogni sua manifestazione. Se potremmo mai amare qualcosa al punto da volerlo vertiginosa, al punto da desiderare che nella sua Libertà possa partorire Meraviglie orrende, al punto da non volere altro che questo suo Innalzarsi per se stesso, senza brama ne desiderio, senza voler trattenere nulla che gli sia propria altezza, da tale sentimento di Unicità impermamente saremmo pervasi e condotti ad una Comprensione Vertiginosa dell’Essere. Amare in questo modo è al modo in cui ama la Morte. Liberandoci da ogni catena, vincolo di carne, pensiero riflessivo, essa sta annientando tutto ciò che ci rendeva gravitazionali, e nel cancellarci dal Visibile ci sta amando in modo vertiginoso. C’è qualcosa adesso riesco a vedere, nel modo in cui la Morte ci vuole, che è molto simile al modo dell’Amore Vertiginoso, che Tutto Vuole senza Volerlo. Al modo in cui l’estremità rarefatta dell’Amore ci travolge e ci getta impetuosamente negli Abissi, così anche la Morte ama. Amare come la Morte ama, ecco come voglio essere amata. Ecco, il modo in cui Voglio amare ciò che resta del mio Tempo.